* La Donna Scheletro* il recupero e la guarigione dello scheletro emotivo * Parte1
E' il tempo dell'invisibile, mentre ci avviciniamo a Samhain le Storie di Ossa e OltreMondo tornano a chiamare all'ascolto.
" Aveva fatto qualcosa che suo padre aveva disapprovato (...)
Suo padre l'aveva trascinata sulla scogliera e gettata in mare." *
Nelle fiabe, nei miti, nelle storie più in generale; ogni personaggio rappresenta una parte di noi stessi.
La Donna Scheletro è divenuta tale quando l'adulto razionale ( padre) in noi, ha gettato in mare, nel mondo invisibile, cioè non ha più voluto vedere né sentire una parte emotiva di noi stessi.
La fiaba continua descrivendo come la donna è divenuta scheletro :
" I pesci ne mangiarono la carne(...)"*
Quel sé emotivo viene in questo modo privato di visibilità, di materia . Eppure, non muore mai veramente, diviene scheletro, fatto della sostanza più dura e resistente, fatto di Ossa.
Le Ossa rappresentano ciò che non si consuma,ciò che il tempo non tocca.
Lo scheletro emotivo rimane a galleggiare nella profondità dell'inconscio, finché una lenza qualsiasi non lo fa riemergere.
Clarissa Pinkola Estes, colloca la fiaba nel capitolo dedicato all'amore di coppia, io mi sento di estendere il significato di questa fiaba a tutto ciò ad un certo punto della nostra vita abbiamo "buttato giù dalla rupe", tutto quello che abbiamo lasciato morire perché non approvato, tutto ciò che l'adulto che siamo ha voluto nascondere e seppellire del bambino che siamo stati.
L'amore prima ancora che nella coppia, va donato a quelle parti di noi che come la Donna Scheletro vagano nelle acque dell'inconscio in cerca di redenzione.
Mentre aggancio accidentalmente la Donna Scheletro nella mia lenza sto leggendo "Processo della Presenza " di Michael Brown, due libri ( quello di Clarissa Pinkola Estes dove è presente la fiaba della Donna Scheletro e quello di Michael Brown dove l'autore insegna un metodo pratico per integrare la carica emotiva che crea conflitti e disagi) all'apparenza totalmente differenti, eppure Michael Brown attraverso il ciclo dei 7 anni racconta di come ad un certo punto, più o meno all'età di 7 anni, abbiamo buttato giù dalla rupe il nostro sé bambino e da allora ripetiamo gli stessi schemi emotivi, finché non permettiamo a noi stessi di liberare il sé bambino e sentiamo gli aspetti dell'esperienza che abbiamo a lungo soppresso.
Michael Brown chiama "Bambini Morti" tutti gli adulti che non hanno ancora recuperato le Ossa dello scheletro emotivo formatosi nei primi 7 anni di vita e che da quel momento continuano a galleggiare e condizionare ogni esperienza emotiva.
Proprio in questo periodo dell'anno, come è avvenuto nei precedenti anni con la Loba e prima ancora con la Baba Jaga, incontriamo Signora Morte.
Alla fine della fiaba è chiarito anche lo scopo profondo di quest'incontro terrifico
" dicono che lei e il pescatore andarono via e furono bel nutriti dalle creature che lei aveva conosciuto nella sua esistenza"*.
Questo incontro, all'inizio terribile, è poi, quando accolto e onorato, quello che nutrirà e guarirà la nostra emotività.
Michael Brown racconta questa guarigione così :
" Strapperemo il velo dei traumi passati, oltre a quello delle proiezioni future, permettendo la rivelazione della gioia e della bellezza intrinseche nel presente "*1
Emanuela Pacifici
cit * Donne che corrono coi lupi - Clarissa Pinkola Estés
*1 Il Processo della Presenza - Michael Brown
Commenti
Posta un commento