* La Donna Scheletro * rituali di nutrimento per l'anima (Parte4)


" Aveva fatto qualcosa che suo padre aveva disapprovato "*
Così inizia la nostra storia, così iniziano tutte le ferite non viste.
Cosa cerchiamo per tutta la vita? cosa ci affanniamo a dimostrare? contro cosa lottiamo?
Cerchiamo approvazione, negli occhi degli amanti, dei figli, dei datori di lavoro, dei lettori ( se siete scrittori), del pubblico ( se più in generale siete artisti).
Di cosa abbiamo bisogno per sentirci bene? Per non sentire il disagio di non essere all'altezza, di non potercela fare, di non essere degni ( e così per altre mille pagine per tutte quelle che possono essere le ferite del nostro Scheletro emotivo).
Siamo dipendenti dall'approvazione altrui. La nostra felicità dipende spesso dal riscontro che vediamo negli sguardi degli altri, nelle parole, o anche solo in un mi piace messo su una nostra foto o su un nostro scritto ( questo è il più attuale metodo di appagamento egoico).
Costruiamo intere vite, in cerca di approvazione, ma lo scheletro è sempre nudo e ossuto, dentro di noi lo sentiamo, lo sappiamo che quel senso di appagamento è solo momentaneo, subito dopo avremo ancora e ancora bisogno di altre dimostrazioni, di altre approvazioni.
Provate ad osservare quello che mostrate ogni giorno al mondo, le vostre pubblicazioni sui social, il vostro stile, i vestiti, la macchina, la casa, qualche volta anche gli amici che scegliamo e il partner, rappresenta davvero la vostra vera essenza o è solo una bella impalcatura per uno scheletro sofferente?
Fa male, lo so. Non è facile sentire. Per questo buttiamo dalla scogliera continuamente quella autenticità e lasciamo che marcisca nel profondo della psiche.
L'essenza autentica e fragile di noi stessi non è stata approvata, chi siamo davvero, cosa sentiamo davvero, oltre il giudizio degli altri, oltre il palcoscenico che mostriamo al mondo, forse non sarebbe approvata ancora oggi.
La Donna Scheletro e tutte le Fiabe di Soglia, tutte le Storie che ci invitano ad esplorare il profondo, raccontano un'iniziazione, quella che attraverso il riconoscimento della ferita, del dolore, dell'attaccamento, permette al nostro essere autentico di rivelarsi.
Il rischio è quello di non ricevere nutrimento dal mondo, dalla superficie del mondo, il nostro ego si ribella, non vuole abbandonare quello stato di appagamento dell'essere approvati dal mondo, non vuole rischiare di morire di fame; eppure l'unico modo per assicurarci nutrimento vero per l'anima è quello di lasciar morir di fame l'ego ed i suoi bisogni.
Ora il pescatore dorme, il mondo di superficie è stato abbandonato, con il sonno ci permettiamo di entrare nel regno non governato dalla mente, la Donna Scheletro inizia i suoi rituali di nutrimento:
1. Beve la lacrima : placa la sete attraverso un'acqua che viene dal profondo, che serve a disinfettare le ferite, ad ammettere che lì qualcosa fa male.
2. Usa il cuore del pescatore come un tamburo e suona : richiama in questo modo le visioni autentiche, non suona gli occhi, non suona la pelle, suona il cuore, il centro autentico dell'essere.
3. Canta : attraverso il canto esprimiamo la nostra voce profonda, non quella che usiamo per sostenere il personaggio che mostriamo al mondo ma la nostra vera voce, il nostro vero e profondo sentire.
Così la Donna Scheletro torna ad essere di carne, torna sulla superficie del mondo, non più come uno spettro impaurito e rifiutato ma come chi si è nutrito di vero cibo per l'anima.
Chi può donarci il vero cibo? Da dove viene il nutrimento che porta in superficie la nostra autentica bellezza?
Non viene dal mondo, non ci nutrirà un altro like, un nuovo look, una casa in centro, un'automobile sportiva. Viene da quel pescatore che ha avuto il coraggio di addormentarsi, di piangere, di lasciarsi estrarre il cuore.
Il pescatore non è un altro essere umano esterno a noi, è il nostro eterno cercatore, che finalmente ha trovato il tesoro, e nonostante la paura ha riconosciuto che era un tesoro.
" Dicono che lei e il pescatore andarono via e furono ben nutriti dalle creature che lei aveva conosciuto nella sua esistenza."*
Termina così la fiaba, l'unico cibo che potrà davvero nutrirci senza provocare altra fame e altra ricerca di nutrimento è quello che viene dal profondo di noi stessi, dall'accettare e incarnare la nostra fragilità, assumendoci il rischio di non piacere, di non essere perfetti e che il mondo non ci comprenda.
Quando scrivo c'è una parte di me che vuole autenticamente esprimere sé stessa, senza aspettarsi che quello che esprime sia accettato e compreso da tutti, ma c'è una parte ancora scheletrica, ancora affamata di approvazione che vuole nutrimento, che desidera piacere e più piace più è spinta a scrivere.
Per un lungo periodo ho scelto di lasciar morire quel bisogno di approvazione, ma questo è significato anche non ricevere il vero nutrimento quello che mi dona esprimere ( nel mio caso con la scrittura) quello che profondamente sento. 
Cosa fare allora? Non lottare, non fare la guerra all'ego, non buttarlo giù dalla scogliera ancora e ancora ma accettare che è attraverso quel bisogno, forse proprio per quel bisogno che ho iniziato a scrivere e che grazie a lui ho trovato anche un nutrimento più autentico e profondo.
Il pescatore grazie alla Donna Scheletro ora sa distinguere il vero nutrimento, quello che viene dall'amore che non richiede nessuna approvazione.

Emanuela Pacifici
* Clarissa Pinkola Estès - Donne che corrono coi lupi




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